Coincidenze

27 luglio 2004

C’erano nell’ordine una città, un ponte bianco e una sera piovosa. Da un lato del ponte avanzava un uomo con ombrello e cappotto. Dall’altro una donna con cappotto e ombrello. Esattamente al centro del ponte, là dove due leoni di pietra si guardavano in faccia da centocinquant’anni, l’uomo e la donna si fermarono, guardandosi a loro volta. Poi l’uomo parlò:
– Gentile signorina, pur non conoscendola, mi permetto di rivolgerle la parola per segnalarle una strana coincidenza, e cioè che questo mese, se non sbaglio, è la quindicesima volta che ci incontriamo esattamente in questo punto.
– Non sbaglia, cortese signore. Oggi è la quindicesima volta.
– Mi consenta inoltre di farle presente che ogni volta abbiamo sottobraccio un libro dello stesso autore.
– Sí, me ne sono resa conto: è il mio autore preferito, e anche il suo, presumo.
– Proprio cosí. Inoltre, se mi permette, ogni volta che lei mi incontra, arrossisce violentemente, e per qualche strana coincidenza, la stessa cosa succede anche a me.
– Avevo notato anch’io questa bizzarria. Potrei aggiungere che lei accenna un lieve sorriso e sorprendentemente, anch’io faccio lo stesso.
-È davvero incredibile: in piú, ogni volta ho l’impressione che il mio cuore batta piú in fretta.
– È davvero singolare, signore, è cosí anche per me, e inoltre mi tremano le mani.
– È una serie di coincidenze davvero fuori dal comune. Aggiungerò che, dopo averla incontrata, io provo per alcune ore una sensazione strana e piacevole…
– Forse la sensazione di non aver peso, di camminare su una nuvola e di vedere le cose di un colore piú vivido?
– Lei ha esattamente descritto il mio stato d’animo. E in questo stato d’animo, io mi metto a fantasticare…
– Un’altra coincidenza! Anch’io sogno che lei è a un passo da me, proprio in questo punto del ponte, e prende le mie mani tra le sue…
– Esattamente. In quel preciso momento dal fiume si sente suonare la sirena di quel battello che chiamano «il battello dell’amore».
– La sua fantasia è incredibilmente uguale alla mia! Nella mia, dopo quel suono un po’ melanconico, non so perché, io poso la testa sulla sua spalla.
– E io le accarezzo i capelli. Nel fare questo, mi cade l’ombrello. Mi chino a raccoglierlo, lei pure e…
– E trovandoci improvvisamente viso contro viso ci scambiamo un lungo bacio appassionato, e intanto passa un uomo in bicicletta e dice…
– … Beati voi, beati voi…
Tacquero. Gli occhi del signore brillavano, lo stesso fecero quelli della signorina. In lontananza, si udiva la melanconica sirena di un battello che si avvicinava.
Poi lui disse:
– Io credo, signorina, che una serie cosí impressionante di coincidenze non sia casuale.
– Non lo credo neanch’io, signore.
– Voglio dire, qua non si tratta di un particolare, ma di una lunghissima sequenza di particolari. La ragione può essere una sola.
– Certo, non possono essercene altre.
– La ragione è – disse l’uomo sospirando, – che ci sono nella vita sequenze bizzarre, misteriose consonanze, segni rivelatori di cui sfioriamo il significato, ma di cui purtroppo non possediamo la chiave.
– Proprio cosí – sospirò la signorina, – bisognerebbe essere medium, o indovini, o forse cultori di qualche disciplina esoterica per riuscire a spiegare gli strani avvenimenti del destino che quotidianamente echeggiano nella nostra vita.
– In tutti i casi ciò che è accaduto è davvero singolare.
– Una serie di impressionanti coincidenze, impossibile negarlo.
– Forse un giorno ci sarà una scienza in grado di decifrare tutto questo. Intanto le chiedo scusa del disturbo.
– Nessun disturbo, anzi, è stato un piacere.
– La saluto, gentile signorina.
– La saluto, cortese signore.

E se ne andarono di buon passo, ognuno per la sua strada.

S.Benni

ninfee

La musica

16 luglio 2004

Spesso la musica mi porta via come fa il mare. Sotto una
volta di bruma o in un vasto etere metto vela verso
la mia pallida stella.

Petto in avanti e polmoni gonfi come vela scalo la cresta
dei flutti accavallati che la notte mi nasconde;

sento vibrare in me tutte le passioni d’un vascello che dolora,
il vento gagliardo, la tempesta e i suoi moti convulsi

sull’immenso abisso mi cullano. Altre volte, piatta bonaccia,
grande specchio della mia disperazione!(Baudelaire)

Molly

14 luglio 2004

E’ forse questo che si cerca nella vita, nient’altro che questo, la piu’ grande pena possibile per diventare se stessi prima di morire.Sono passati degli anni da quella partenza e poi ancora anni… Ho scritto spesso a Detroit e poi altrove a tutti gli indirizzi che mi ricordavo e dove potevano conoscerla, seguirla Molly. Non ho mai ricevuto risposta.Il casotto e’ chiuso adesso. E’ tutto quello che ho potuto sapere. Buona, ammirevole Molly, vorrei se puo’ ancora leggermi, da un posto che non conosco, che lei sapesse che non sono cambiato per lei, che l’amo ancora e sempre, a modo mio, che lei puo’ venire qui quando vuole a dividere il mio pane e il mio destino furtivo. Se lei non e’ piu’ bella, ebbene tanto peggio! Ci arrangeremo! Ho conservato tanta della sua bellezza in me, cosi’ viva, cosi’ calda che ne ho ancora per tutti e due per almeno vent’anni ancora, il tempo di arrivare alla fine.Per lasciarla mi ci e’ voluta proprio della follia, della specie piu’ brutta e fredda. Comunque, ho difeso la mia anima fino ad oggi e se la morte, domani, venisse a prendermi, non sarei, ne sono certo, mai tanto freddo, cialtrone, volgare come gli altri, per quel tanto di gentilezza e di sogno che Molly mi ha regalato nel corso di qualche mese di America. (Celine)

Gli 11 Comandamenti

13 luglio 2004

1) Lavora su una cosa alla volta finché non è finita
2) Non cominciare altri libri, non aggiungere altro materiale a “Primavera nera”
3) Non essere nervoso. Impegnati con calma, con gioia e senza tregua in quello che stai facendo
4) Lavora secondo il programma e non in base all’umore. Smetti all’ora stabilita!
5) Quando non puoi creare puoi lavorare
6) Consolida un po’ ogni giorno piuttosto che aggiungere nuovo fertilizzante
7) Resta umano. Vedi gente, va’ in giro, bevi se ne hai voglia
8) Non fare il cavallo da soma. Lavora solo con il piacere
9) Ignora il programma quando ne hai voglia, ma tornaci il giorno dopo. Concentrati. Restringi. Escludi.
10) Dimentica i libri che vuoi scrivere. Pensa solo al libro che stai scrivendo
11) Scrivi prima di tutto. La pittura, la musica, gli amici, il cinema, tutte queste cose vengono dopo.
(Henry Miller)

Gli sguardi delle donne

12 luglio 2004

Ci sono certi sguardi di donna che l’uomo amante non scambierebbe con l’intero possesso del corpo di lei. Chi non ha veduto accendersi in un occhio limpido il fulgore della prima tenerezza non sa la piu’ alta delle felicita’ umane. Dopo, nessun altro attimo di gioia eguagliera’ quell’attimo. (D’Annunzio)

Niente finisce davvero

12 luglio 2004

The plan it wasn’t much of a plan
I just started walking
I had enough of this old town
had nothing else to do
It was one of those nights
you wonder how nobody died
we started talking
You didn’t come here to have fun
you said: “well I just came for you”
But do you still love me?
do you feel the same
Do I have a chance
of doing that old dance
with someone I’ve been
pushing away

And touch we touched the soul
the very soul, the soul of what we were then
With the old schemes of shattered dreams
lying on the floor
You looked at me
no more than sympathy
my lies you have heard them
My stories you have laughed with
my clothes you have torn

And do you still love me?
do you feel the same
And do I have a chance
of doing that old dance again
Is it too late for some of that romance again
Let’s go away, we’ll never have the chance again

You lost that feeling
You want it again
More than I’m feeling
you’ll never get
You’ve had a go at
all that you know
You lost that feeling
so come down and show

Don’t say goodbye
let accusations fly
like in that movie
You know the one where Martin Sheen
waves his arm to the girl on the street
I once told a friend
that nothing really ends
no one can prove it
So I’m asking you now
could it possibly be
that you still love me?
And do you feel the same
Do I have a chance
of doing that old dance again
Is it too late for some of that romance again
Let’s go away, we’ll never have the chance again

I take it all from you

Ecco di nuovo la storia (la stessa): O.K.
scopo coi giorni a venire ma non vengo mai
volo in un mare di stelle che sono i miei guai

Questa è la storia di me che non vengo mai
parla di me e di una serie di difficoltà
ridistribuite a una parte di società